Parrocchia
Beata
Vergine Maria in cielo Assunta
Catania 5. III. 2006 Prima domenica di Quaresima (Anno B)
“… un Samaritano, che era in viaggio,
passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione.”
(Luca cap. 10)
“Dio è amore e chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4, 16).
In queste parole di S. Giovanni viene espresso in maniera netta il senso della celebre parabola lucana del buon Samaritano. Essa esprime con singolare chiarezza il centro della fede cristiana nel fatto che possiamo amare Dio solo quando siamo capaci di riversare amore al nostro prossimo.
Ad immagine del buon Samaritano, Padre Pignataro, instancabile viaggiatore, forte della promessa di Dio, non ha avuto paura di fermarsi laddove altri hanno preferito guardare e passare oltre per non sporcarsi le mani.
Infatti, proprio Lei, caro Padre, in maniera eroica, come
pochi hanno saputo fare, ha riconosciuto il Suo prossimo nella gente che ha
incontrato nel corso della Sua esperienza sacerdotale. Lo Spirito divino,
pertanto, attraverso
La sua opera, però, non si è conclusa con l’edificazione materiale, ma continua a crescere ogni giorno con il suo impegno nella cura pastorale delle anime a Lei affidate. Proprio così, perché sin dal primo momento in cui ha avuto la chiara visione di quello che sarebbe stato il progetto di Dio nella Sua vita, non si è mai fermato di progettare ed operare.
Una vita certamente imperniata nella carità e nello zelo dei figli di Dio.
Certamente indimenticabile è l’imponente opera dell’Istituto Scolastico “Pro Familia” da Lei fortemente voluto per il bene di tanti bambini che vivevano in tristi condizioni familiari e che grazie al suo sostegno hanno costruito la loro esistenza sui sani valori cristiani e sociali.
Ultimamente, a causa di qualche oscura forza del male, questa opera è venuta a mancare. Tuttavia, Padre Pignataro non è certo rimasto con le mani in mano, perché continua a spendere le Sue forze con la grande opera di assistenza agli anziani esplicata dal “Centro Nazareth”, il quale centro, come recita lo stesso motto è “oasi della gioia per la terza età”. Testimonianza dell’aria che si respira al Centro Nazareth sono i volti sereni degli ospiti qui presenti.
La carità, virtù di cui è ricco il nostro Padre e Pastore, è frutto del filiale dialogo che Dio instaura con l’uomo che lo cerca. Questo infatti Le sta a cuore: approfondire ogni giorno le meraviglie che Dio opera nella nostra esistenza. Da qui Le scaturisce la capacità di fare delle scelte radicali. La più radicale di tutte è stata certamente la scelta di entrare in Seminario e non per fuggire dal mondo, come i più pensano, ma per poter meglio operare nel mondo “in religioso ascolto della Parola di Dio”.
Cristo Le ha dato la forza di osare tanto e di superare gli inevitabili ostacoli che la vita pone sui sentieri dell’uomo. Nulla le ha impedito di camminare sul sentiero della vita vera, forte delle parole di San Paolo “chi ci separerà dall’amore di Cristo…”. E certamente neanche le difficili situazioni di salute, che ci hanno tenuti col fiato sospeso, la hanno portata a dubitare minimamente dell’infinita bontà di Dio, ma ha saputo cogliere anche in quei tristi momenti la presenza paterna di Dio.
La santità è follia d’amore ma anche certezza, la certezza che il Santo Padre Benedetto XVI ha esposto nella sua prima Lettera Enciclica: “Dio è amore”. Su questo dato si deve fondare la nostra esistenza, il resto passa in secondo piano, perché tanto più sappiamo amare, tanto più siamo amati da Dio e dal prossimo. Questo Lei ce lo insegna ogni giorno, non tanto a parole, ma con il mirabile valore della Sua presenza attiva in mezzo a noi.
In questa
particolare domenica, prima di Quaresima,
“Et Spiritus expellit eum in desertum”, letteralmente “E lo Spirito lo spinge fuori nel deserto”. Il verbo impiegato da Marco non indica una dolce pressione, ma una spinta decisa. Gesù, nuovo Adamo, affronta il mondo della lontananza da Dio, percorso dalle potenze del male, per riportare l’umanità verso la patria perduta.
Caro Padre, anche Lei, è stato sospinto, direi quasi catapultato, nella desertica aridità di una terra lontana da Dio, per dare soccorso a tutti coloro che incappano nella desolazione e afflizione della vita. Proprio per questo io La considero il nostro buon Samaritano.
Di questo oggi rendiamo grazie, insieme a Lei, al Signore, perché continui ad essere modello di virtù e di santità in mezzo a noi.
Auguri Padre – Pastore.
Grazie per
Ad multos annos!
Catania,
lì 20. II. 2006 (San Leone di Catania)
Pietro Belluso